Costruttori di ponti e precursori: i Domenicani sulle frontiere della cristianità cattolica. Resoconto del convegno

Per la quarta volta, un Colloquio storico intitolato a fra’ Isnard Wilhelm Frank OP († 13 ottobre 2010), medievista e storico dell’Ordine, si è svolto nell’ospitale atmosfera del convento domenicano di Vienna, in collaborazione, per la seconda volta, tra il suddetto convento, l’Istituto storico dell’Ordine dei Predicatori di Roma e l’Istituto di teologia storica dell’Università di Vienna. Il simposio di quest’anno, svoltosi dal 17 al 19 ottobre, si è declinato sul tema Costruttori di ponti e precursori: i Domenicani sulle frontiere della cristianità cattolica.

Fra’ Thomas Gabriel Brogl OP, provinciale della Provincia di San Alberto nella Germania del Sud ed in Austria, nel suo saluto ha sottolineato l’attualità del tema nell’epoca odierna “della polarizzazione, dell’enfasi sul proprio e della ricerca di una chiara identità”: Con riferimento al Capitolo generale di Avila (1986) ha ricordato la missione originaria dell’Ordine: andare ai limiti dell’umanità ed essere “costruttori di ponti, affinché questi limiti non siano luoghi di separazione, ma opportunità per la formazione di comunità”. Il priore fra’ Günter Reitzi OP, nelle sue parole, si riferiva alla storia dei domenicani nel centro di Vienna: “Dalla sua fondazione, la casa si trova accanto alle mura della città. Era un’area d’ingresso per tutto quanto entrava in città. Questa casa ha sempre avuto la funzione di costruire ponti”.

I relatori provenienti da diversi paesi sono riusciti a gettare nuova luce su diversi aspetti della storia dell’Ordine domenicano dal XIII secolo al periodo più recente, alcuni peraltro già noti, altri ancora sconosciuti ai più. Diversi sono stati gli esempi che hanno dimostrato il successo dell’Ordine e dei suoi singoli membri circa il rapporto con l’altro: a livello intellettuale, nella pratica pastorale e nella missione, solo per citare alcune delle modalità di “approccio”. Nel contesto generale, è apparso chiaro, tuttavia, che la storia dell’Ordine, per quanto riguarda la questione dei “ponti”, non è la storia di un successo assoluto: e ciò in modi, tempi e luoghi diversi sia per le contingenze della politica ecclesiastica, con cui comunque e dovunque l’Ordine stesso si è dovuto rapportare, sia per le singole scelte e strategie dei frati, a volte non sempre vincenti. Inoltre, non sono mancati purtroppo anche esempi di atteggiamenti difensivi, in cui la preoccupazione per il trionfo assoluto della verità ha comportato come subitanea conseguenza una sorta di esclusione dell’altro, proprio perché diverso. Il professore Thomas Prügl, membro dell’Istituto di teologia storica e quindi coorganizzatore del Convegno, nelle sue osservazioni conclusive ha anche sottolineato che si può correre il rischio di costruire “ponti intenzionali” che “non sempre hanno come risultato ultimo quello di condurre ad una nuova riva, tant’è che a volte approdano anche al vuoto”. Tuttavia, a conti fatti, ha sempre affermato Prügl, si può ben dire che l’ottimismo e l’apertura – tratti fondamentali dell’etica domenicana – hanno segnato sempre un punto a sfavore della demarcazione e della paura, ponendo l’Ordine sul piano alto dell’apertura verso l’altro.

Al priore e a tutti i frati del convento di Vienna va il più vivo ringraziamento per l’ospitalità con cui hanno accolto tutti i relatori del Convegno, i cui atti saranno pubblicati in un volume della collana Dissertationes Historicae dell’Istituto Storico dell’Ordine dei Predicatori.

 

fr. Viliam Štefan Dóci OP

 

Brückenbauer_Building the Bridges_2019 (programma del convegno)